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Presentazione della Collana
Negli ultimi anni sono andati sviluppandosi nuovi tipi di conoscenze tecnico-scientifiche nei campi dell’informatica, microelettronica, telecomunicazioni, materiali artificiali, robotica e biotecnologiche. Tali conoscenze stanno progressivamente creando un nuovo mondo, una nuova cultura e un nuovo modo di creare utilità per la persona e valore per l’azienda. Nasce una nuova economia: il mercato perde sempre di più le sue connotazioni merceologiche e materiali e si trasforma in rete multimediale mediante la quale è possibile operare a livello globale. Tramite le reti è consentito l’accesso ai servizi delle proprietà fisiche e intellettuali; e tali servizi sono sempre più acquisiti mediante il leasing e il noleggio.
Il capitale intellettuale (le conoscenze e, più in generale, la cultura) sta diventando il fattore strategico per lo sviluppo dell’economia generale e delle aziende. Attualmente, il potere nella società e nelle aziende (soprattutto nelle imprese) tende sempre più ad associarsi alla capacità di creare beni immateriali di tipo intellettuale (conoscenze in campo scientifico, tecnologico e culturale) e di controllare o di fornire l’accesso - per il tramite delle reti - al godimento di beni materiali e immateriali. Ai fini della creazione del valore nelle aziende, l’importanza del capitale intellettuale tende ad aumentare; è perciò indispensabile creare organizzazioni capaci di sviluppare idee, informazioni, concetti e tecnologie di carattere innovativo.
La realtà economica palesa chiaramente che è in atto un grande cambiamento: ristagna la produzione di beni materiali; si assiste cioè al declino del “capitalismo industriale” in favore del “capitalismo intellettuale” basato soprattutto sulla produzione di servizi/esperienze riguardanti la cultura, il benessere fisico e psicologico. In futuro, in sostanza, molto probabilmente, si produrranno sempre meno beni industriali e sempre più sentimenti, emozioni, sensazioni, socializzazione, gratificazioni intellettuali, benessere fisico, assistenza sanitaria, ecc.
Inoltre, nel contesto socioeconomico si stanno moltiplicando progressivamente le aziende non profit, basate sulla mutualità, sulla solidarietà, sul dono e sul bene comune. La presenza copiosa di organizzazioni di questo tipo dimostra – ma non ce ne era bisogno – che l’istituto azienda è un sistema socio-economico “duttile” e cioè capace di soddisfare i bisogni umani predisponendo modelli organizzativi della produzione molto differenziati e che vengono a configurarsi e a caratterizzarsi in rapporto ai fini perseguiti (profitto, solidarietà, assistenza, ecc), alle modalità di copertura dei costi, alle modalità di trasferimento agli utenti/beneficiari dei beni e servizi prodotti, alle modalità con cui vengono riportati i rischi, i poteri di decisione e di controllo e secondo le relazioni che possono instaurarsi con gli enti e con lo Stato.
In relazione a quanto sopra, ci sembra di poter affermare che, per capire adeguatamente le problematiche di struttura e di funzionamento delle aziende e per governarle con efficacia ed efficienza, appaiono molto utili conoscenze e studi:
a) sull’azienda come sistema socio economico complesso, finalizzato, aperto, dotato di processi di regolazione (basati sull’equi-finalità) che le consentono di realizzare dinamicamente un equilibrio che non corrisponde a quello di tipo meccanico di “sistemi chiusi”. Si tratta, in particolare, di una situazione in cui i processi regolativi controllano il sistema, in vista di fargli conseguire determinati livelli di stabilità e di ordine e di consentirgli un processo di sviluppo e di indefinita sopravvivenza, anche mediante l’inserimento di nuove energia vitale (conoscenze esclusive, fantasia, creatività, innovazione, ecc.);
b) sulle condizioni da soddisfare per mettere sotto controllo la tendenza del sistema aziendale allo scoordinamento, al disordine, all’entropia positiva e per assicurarsi all’azienda l’attitudine a sopravvivere e a svilupparsi (prima di tutto l’equilibrio economica finanziario e l’efficienza, variamente declinati in relazione al modello di azienda studiato);
c) sulla “governance”, con particolare approfondimento sulla “funzione di utilità” di coloro che detengono il potere e cioè sulle motivazioni e gli obiettivi che orientano le decisioni di questi ultimi;
d) sui sistemi decisionali e di controllo ai livelli strategico, tattico e operativo;
e) sul sistema informativo e delle comunicazioni che alimentano i processi deliberati; di esecuzione e di controllo;
f) sulla contabilità, il bilancio e l’informazione esterna;
g) in materia di strutture organizzative e sul rapporto strutturale/strategie/ caratteristiche dell’ambiente operativo;
h) in tema di guida, incentivazione e motivazione di dipendenti;
i) in materia di tecniche di gestione riguardanti le varie funzioni aziendali;
l) sulle relazioni tra l’azienda e l’ambiente esterno e sulla possibilità di influenzare il quadro di riferimento istituzionale e in particolare lo stato, in modo di soddisfare le esigenze tipiche dei vari modelli di azienda esistenti o proponibili;
m) rivolti a sviluppare una “Teoria generale dell’azienda” e cioè un frame-work concettuale generale e sistematico, in grado di spiegare in modo unificato le condizioni di esistenza, di sviluppo e di durabilità dei vari modelli di azienda, compreso quei modelli configurabili come imprese.
La collana ha l’obiettivo di aprirsi a tutte le indagini e le ricerche sopra delineate, le quali vengono a costituire un’area molto ampia che, a nostro avviso è riconducibile nell’alveo dell’economia aziendale. E’ nostro auspicio che la Collana possa dare impulso ad una serie di contributi interdisciplinari e a formulazioni tecniche e a risultati empirici utili per la sistemazione e lo sviluppo delle discipline economico-aziendali.
La Collana è articolata in due sezioni: “ricerca” e “didattica”. La prima è destinata ad accogliere pubblicazione che offrono un contributo scientifico teorico e/o pratico alla sistemazione e all’evoluzione delle aree di ricerca sopra indicate. La seconda è costituita dalle pubblicazioni avente carattere sostanzialmente didattico, utilizzabili nell’attività di insegnamento dei corsi universitari.
Gianfranco Zanda